venerdì 6 febbraio 2009

Greve ha bisogno di un’amministrazione trasparente, partecipata e attenta ai più deboli

Riteniamo un fatto positivo la vittoria di Alberto Bencistà alle elezioni primarie organizzate dal Partito Democratico grevigiano: il suo programma fa sperare che sia possibile concorrere alle elezioni di giugno con la proposta di un rinnovamento amministrativo sia nei metodi che nelle persone.
Per quanto ci riguarda, non ci siamo appassionati alla diatriba “vecchio” e “nuovo” su cui ha puntato uno dei candidati: non sono per noi categorie di analisi politica, la quale invece deve andare alla sostanza delle proposte.
Ed è quello che abbiamo fatto. Come neonata associazione de La Sinistra abbiamo voluto, se pure dall’esterno e in piena autonomia politica dal PD, partecipare alla scelta e lo abbiamo fatto non solo in quanto cittadini di Greve, e quindi direttamente coinvolti, ma anche perché abbiamo capito la posta in gioco, che andava ben oltre gli interessi del PD.
Infatti le primarie grevigiane hanno costituito un’occasione, che sarebbe sciocco sottovalutare, di esercizio democratico e di partecipazione. Con il candidato sindaco del PD inizierà adesso un confronto sul programma, al quale La Sinistra parteciperà con le proprie idee e con l’obiettivo di contribuire ad assicurare al Comune di Greve cinque anni di amministrazione trasparente, partecipata e attenta ai bisogni delle fasce più sofferenti in questa fase di crisi economica e sociale.
Nei mesi che ci separano dalle elezioni vere e proprie, la nostra associazione diventerà auspicabilmente un nuovo soggetto politico che si colloca alla sinistra del PD, con l’obbiettivo primario di riunire tutti coloro che si sentono alternativi al berlusconismo, ma che non condividono neanche il progetto politico di Walter Veltroni, così debole che è dovuto ricorrere ad un patto con il Cavaliere, sullo sbarramento del 4%, per tentare di conquistarsi qualche punto percentuale in più di consensi alle prossime elezioni europee.
Puntiamo a far riprendere fiducia nel fare politica e ad unire tutti coloro che si riconoscono nei valori della sinistra, quelli che dopo la sconfitta alle elezioni politiche hanno perso i loro riferimenti politici in Parlamento. Noi siamo ovviamente rispettosi di tutti coloro che costituiscono la base elettorale del PD e che, a differenza nostra, hanno creduto davvero alla nascita di un partito nuovo. Molti di loro li sappiamo delusi: non potrebbe essere altrimenti, dal momento che in quel partito convivono forzatamente ideali e obbiettivi diversissimi e, a nostro parere, inconciliabili.
Il cammino della sinistra, così necessaria ora più che mai, non sarà né lineare né breve, anche per i tanti errori commessi, soprattutto dai gruppi dirigenti, nessuno escluso.Eppure bisogna ricominciare e le porte devono rimanere sempre aperte.

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