mercoledì 31 marzo 2010

264 volte grazie ...

Grazie ai 264 cittadini del Comune di Greve, che alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo hanno scelto Sinistra Ecologia e Libertà.
Ripartiamo da qui, dal nostro piccolo ma prezioso 4,8%, consapevoli della lunghezza della strada che abbiamo davanti, per costruire una sinistra nuova e aperta al contributo di chi non si rassegna a questa Italia berlusconiana, al razzismo leghista, ad un centrosinistra inadeguato alle sfide del nostro tempo.
Ripartiamo dal circolo grevigiano di SEL, dal nostro blog, dal lavoro del consigliere Pecorini e dell'assessore Burgassi, dall'impegno di chi in questi mesi non ha mollato nonostante le tante delusioni e incertezze.
E ripartiamo dalla straordinaria vittoria di Nichi Vendola in Puglia, con l'augurio che apra una fase nuova per il centrosinistra italiano.
Per commentare il risultato pugliese riportiamo un brano dell'articolo di Curzio Maltese del 30 marzo e, a seguire, l'intervista a Nichi su Repubblica di oggi, 31 marzo.
Sinistra Ecologia Libertà - Circolo del Comune di Greve in Chianti



"Quella di Vendola in Puglia è la vittoria di una sinistra sincera, popolare, anticonformista, davvero moderna. Dove la modernità non consiste nell’inseguire il vento di destra, mascherandosi da moderati nei talk show. Ma al contrario nel difendere con orgoglio i valori alternativi della sinistra e nella capacità di immergersi in un mondo post televisivo, nel mescolare l’antica arte del comizio in piazza con il nuovissimo talento di saper cogliere la natura politica di Internet. Almeno nell’uso della rete, se non nel resto, Vendola si è rivelato il tanto atteso «Obama italiano». Mezza campagna elettorale, per le primarie e poi per le regionali, le Fabbriche di Vendola l’hanno fatta sulle sigle della rete, da Facebook a Youtube, con trovate di enorme successo, come le videolettere. Qui probabilmente si è creata la distanza e la differenza finale di risultato fra Vendola e la Bonino, altra «straniera» ingaggiata dal Pd, ma ancora prigioniera di stilemi da radicali anni Settanta e Ottanta, compreso il rito stanco dello sciopero della fame. È in ogni caso evidente che dove il Pd ha voluto a tutti i costi cercare il «candidato giusto», quello «in grado di spostare il voto moderato», si trattasse di sceriffi di sinistra come Penati o De Luca, o di democristiani progressisti come Bortolussi e Loiero, sono arrivate catastrofiche sconfitte. Il Pd sconta la presuntuosa pochezza dei propri strateghi, l’incapacità di capire davvero il sentimento popolare, l’incredibile errore di scambiare la Binetti per il mondo cattolico. «Dove la sinistra imita la destra, alla fine perde e perde male» ha sempre sostenuto Vendola. Oggi ha avuto ragione, almeno in Puglia. Nel resto d’Italia, si vedrà presto."
Curzio Maltese, 30 marzo 2010

BARI «I morti seppelliscono i morti. Concentriamoci sui vivi».
Nichi Vendola dà già per stecchito Bersani.
«Io penso invece che siano finiti i partiti. Consumati, inadeguati, fuori dalle virtù civiche. Non voglio più essere scambiato per uno degli esorcisti che tentano di far vivere chi è defunto».

Bersani, invece…
«Non commento i destini personali. Penso a quel che dovrà succedere».

Succederà che porterà le sue poesie a Roma.
«Anche la poesia, sì. La poesia è nei fatti è stato il mio slogan elettorale. Porterò l’esperienza delle fabbriche».

Sembra che la Puglia sia piena di operai. Invece lei fabbrica parole.
«Sono luoghi in cui le esperienze si coagulano, la gente si ritrova insieme e resta insieme. Sono posti in cui si coopera per un’idea di governo. Cooperazione: l’uno a fianco all’altro. Invece mi dica lei cosa sono i partiti».

Dica lei.
«Aree delimitate da una specie di filo spinato in cui la competizione è sfacciata, ossi di seppia, luoghi pieni di detriti, posti senza anima. I partiti sono fuori dal popolo, oltre la gente. A volte contro di essa. Una catena, una rete oligarchica e distante».

Nelle sue fabbriche invece c’è piena occupazione
«ha visto quanta gente? Cento- quaranta sono le fabbriche. E fabbricano speranze, sono connesse alle piazze, alle vite degli ultimi. Altrimenti io come avrei fatto, come avrei potuto vincere?».

In effetti D’Alema aveva garantito che avrebbe perso.
«Quando le differenze sono politiche è inutile commentare con parole senza riguardo».

La sua è sempre una costruzione innocentista, anche se parecchio sanguinante della realtà. Però se annusa le liste che l’hanno sostenuta troverà qualche brigante.
«E' il frutto di questo sistema, siamo figli di questi partiti. La ragione per cui le ho detto che la loro vita naturale si deve considerare conclusa».

Per esempio: l’ex segretario del Pd pugliese, inquisito, annuncia il ritiro dalla politica. Però giacché è già candidato aspetta di vedere i risultati. Eletto. Finita la festa, gabbato il santo.
«Aveva detto che lasciava ed è assai opportuno che tenga fede all’impegno».

La moralità.
«La moralità dobbiamo ritrovare, sì. La vita sobria, anche umile. Io non ho partecipato a una sola festa, e sa che Bari è piuttosto generosa nell’offerta, perché mi sembrava utile non apparire. Io devo difendere la mia persona dal rischio di divenire solo un personaggio e mi produco in periodi di astinenza: dalla tv e dal potere. Voglio riuscire a non farmi mangiare dal potere».

A lei si rivolgono con devozione di stampo berlusconiano.
«Quale Berlusconi! Qui in Puglia c’è stata semina. Ed ora c’è raccolto. Nell’innovazione abbiamo investito un miliardo e 700 milioni di euro. Il budget della giunta precedente era di 80 milioni di euro. Innovazione. Cioè ricerca, nuove competenze, apertura di carriere per chi inizia il lavoro. Cultura. Abbiamo la più possente e tecnologica macchina di Protezione civile, un sistema unico di telecontrollo del territorio. E quando ripartirà l’economia vedrà la Puglia come correrà. Altrove forse il raccolto non c’è stato perché nessuno ha pensato di seminare».

Berlusconi ha seminato?
«Lui è riuscito nel miracolo di separare il concetto della libertà dal lavoro. Il lavoro è scomparso. La sinistra nemmeno sene è accorta. Lui ha cancellato l’articolo 18 e l’opposizione quasi non s’è destata dal torpore. Questo è il centrosinistra delle allusioni, perciò diviene il centrosinistra delle illusioni. Ed ecco qui il risultato».

Il partito non c’è più.
«Partito: participio passato. Cioè e anche: fuggito, sparito. Scomparso».

Il partito democratico.
«Il fuggito democratico».

Poesia pura.
«Berlusconi lascia solo solitudini. E noi che stiamo dall’altra parte non abbiamo strumenti, non capiamo, non agiamo. Competiamo. Sappiamo unicamente competere tra noi».

Sapete solo scannarvi.
«E il frutto della formula sbagliata. Non sono gli uomini. La leadership è una funzione non una finalità. Non ho la forza di connettere quello con l’altro, l’operaio e il borghese, il giovane e l’anziano, il diversamente abile, colui che è fragile. E provo a vincere da solo, corro per dominare».

Dunque: bisogna buttare giù il partito democratico e tutto l’edificato urbano delle periferie di sinistra e costruire la nuova fabbrica del consenso.
«Rischio di ficcarmi nel buco nero del nuovisino, una moda nefasta. Ma osservo la realtà: ossi di seppia sono divenuti i partiti. Io porto le fabbriche, un segno nella costellazione. Contribuisco così. A fine aprile avremo gli stati generali delle fabbriche. Tutta Italia».

Tutta l’Italia di centrosinistra in Puglia, per uno stage formativo.
«Da quel punto di vista sì. Siamo imbattibili a utilizzare al meglio gli strumenti e le parole: connettere, coinvolgere, gratificare. Vede la meraviglia del volontariato, vede la forza oscura dell’anima, il piacere di costruire qualcosa di nuovo. Quanti soldi sarebbero serviti? E con quei soldi cosa mai avremmo ottenuto?».
Antonello Caporale, 31 marzo 2010

domenica 21 marzo 2010

Inaugurazione del circolo grevigiano di Sinistra Ecologia Libertà

Poiché mercoledì 24 gioca la serie A, stiamo cercando di organizzare l'incontro di inaugurazione del circolo grevigiano di Sinistra Ecologia Libertà per giovedì 25 marzo, sempre al circolo Arci di Strada, in occasione della diretta di "Rai per una notte", la trasmissione speciale di Annozero dal Paladozza di Bologna, che sarà visibile dalle 21.
Restate collegati.