domenica 14 novembre 2010

Solidarietà al popolo Saharawi!

Il dignity camp non esiste più.

All’alba del giorno 8 Novembre 2010, centinaia di soldati marocchini sono entrati in tenuta anti-sommossa nel campo di tende Saharawi Gdeim Izik (Dignity Camp) a 12 chilometri da Al Aaiun, capitale amministrativa del Sahara Occidentale, e lo hanno distrutto. Negli scontri seguiti all'intervento, ci sono state diverse vittime: il Fronte Polisario parla di 13 morti, mentre altre fonti all'interno del campo dicono che 7 persone sono rimaste uccise. Il Marocco sostiene che due dei suoi soldati sarebbero morti.

Il campo di Gdeim Izik, che contava 8000 tende e 20000 persone al suo interno, era stato messo in piedi il 10 ottobre scorso da gruppi di Saharawi che richiedevano il rispetto dei propri diritti civili da parte dello stato marocchino. Si trattava di una protesta di massa unica nel suo genere nei 35 anni in cui il Sahara Occidentale è stato occupato dalle forze marocchine. Gli abitanti del campoavevano rivendicazioni di carattere socio-economico e non avevano mai parlato apertamente di auto-determinazione.

Dopo lo sgombero del campo, gli scontri si sono trasferiti in città. I Saharawi hanno innalzato barricate, mentre l’esercito marocchino ha cominciato a dare la caccia ai militanti casa per casa, compiendo centinaia di arresti.

Ennaama Asfari, copresidente del Comitato per il rispetto delle libertà e dei diritti umani nel Sahara occidentale (Corelso), spiegava in data 2 novembre 2010 al Manifesto: “Vogliamo richiamare l'attenzione internazionale sulle discriminazioni che i Saharawi subiscono nell'accesso al lavoro, alla casa e allo studio. Dell'autodeterminazione, invece, devono occuparsi i nostri rappresentanti, cioè il Fronte Polisario". Secondo le ultime notizie, che giungono da Gdeim Izik, Ennaama Asfari sarebbe stato arrestato ieri sera e malmenato fino a perdere i sensi.

Nel frattempo Al Aaiun è una città in stato d'assedio. Bloccati gli arrivi in aereo da Casablanca e da Las Palmas de Gran Canaria. In data 7 Novembre 2010 era stato rispedito alla Canarie il volo su cui viaggiavano l'europarlamentare spagnolo di Izquirda Unida, Willy Meyer, e tre giornalisti di diversi media dell'arcipelago. A Casablanca sono tuttora bloccati due giornalisti italiani di Apcom e Milano Finanza, cui è stato requisito il passaporto.

Tutto questo avviene quando cominciano a Manhasset, vicino a New York, i colloqui diretti tra Marocco e Fronte Polisario sulla questione del Sahara Occidentale.

Noi, Sinistra Ecologia e Libertà Circolo di Greve in Chianti chiediamo:

1. Che vengano finalmente rispettate le decisioni prese dalle Nazioni Unite e che si dia la possibilità alla popolazione, attraverso la Minurso (Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale iniziata nel 1991), di esprimersi attraverso il referendum deciso per la prima volta nel 1974 e poi ribadito anche nel 1986 con l’ingesso della questione Saharawi nel Parlamento Europeo, se integrarsi col Marocco o ottenere l’indipendenza.

2. Di far cessare immediatamente l’attacco nei confronti della parte del popolo Saharawi che è rimasto nel territorio occupato attraverso la famosa “marcia verde” imposta dal Re Hassan II nel 1975.



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